È un mercoledì sera un po’ fiacco, bevo un caffè e attendo.
Piove e tira vento. Bufera.
I talk show non mi piacciono. Spero non lo sia, non è possibile che lo sia, ce ne sono già troppi e sono noiosi.
Vuoi stare zitto per favore? Inizia
Una parola mi rimane impressa, Caravanserraglio.
Mi piace mi evoca tante cose, tante immagini, pezzi della mia vita scapigliata. I lunghi viaggi, il sole che dà le allucinazioni, la sabbia nei vestiti, tra i capelli, i reperti che si confondono con la terra. Fatica, rimpianti forse.
In questo Caravanserraglio ci ritrovo i mercanti di schiavi, di armi, l’odalisca che ammicca alla Belva-zanzara, vecchie carampane pezzi di avanspettacolo, attori veri, attori finti, l’eccitazione del profumo delle spezie che fanno alzare i toni, tutti urlano, si impreca.
I viandanti urlano per farsi notare, per cercare attenzione, per imporre il proprio prezzo alle merci, per rovinare il gioco. Il rumore è troppo, si amplifica, rimbomba. La Belva-zanzara sbianca vistosamente ha perso l’usuale cinico controllo.
Una signora bionda si alza, Ilona Staller. Irriconoscibile. Dov’è Cicciolina? Qui c’è soltanto una signora, l’unica che non alza la voce. Ma i maschi se la ricordano com’era e molto bene. Tutti. I messaggi diventano ritmici, insistenti, divertiti a ondate. Quella che vedevano non era quella Cicciolina nello studio televisivo ma quella impressa nella mente.
La star erotica del partito dell’amore che ancora una volta innescava pensieri di orgia nucleare, carne bollente.
Tempesta, sbattono le finestre.
La furia della critica si abbatte su RadioBelva
(Deliriovaginale)
Lascio ricadere la camicia e poi la tolgo del tutto.
Non muoverti resta in silenzio, nessuno ci vedrà.
Ti voglio. Baciami.
Appoggio le mie labbra, laggiù, e le schiudo scendendo poco a poco. Tra le mie labbra sei mio.
Non c’è più forza per resistere.
L’abbiamo fatto. ...
Vogliamo farlo ancora...
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