Tο
δίκτυο
Clio
prende appunti e disegna, vuole fermare i pensieri e non perderli.
Le
cose sfuggono, niente dura, però non ti ci abitui mai.
La
terrazza fiorita dove è solita lavorare è piena di fogli sparsi lasciati sul
pavimento. È inquieta, alza lo sguardo verso la strepitosa vista del golfo, con
un unico colpo d’occhio si abbracciano le isole e poi in fondo capo Miseno,
senza confini tra terra mare cielo.
Luoghi
in cui trasuda Grecia dovunque, anche se la sua piccola città di delizie era
romana.
Alle
sue spalle il Vulcano. Sono giorni che fuma, e trasmette inquietudine,
esuberanza tellurica che mescola godimento e ripensamento, fremito teatrale,
passione narcisistica e abbandono (incontenibile delirovaginale). Clio è
fatalista e ottimista.
Niente
dura, però non ti ci abitui mai, pensa.
Clio
e Calliope, hanno entrambe i nomi delle Muse; non si conoscono, ma senza
saperlo provano le stesse emozioni, le stesse sensazioni, un godimento che
prende la testa.
Entrambe
sono inconsapevolmente parte di una rete.
Apollo ha il nome
del dio dall’arco d’argento ed è il calcolatore che con logica razionale ha
costruito il progetto di una rete: sistemi combinatori e sequenziali elaborati
con spietata freddezza collegati in serie e in parallelo per formare circuiti
più complessi.
Entrambe
(Clio e Calliope) camminano in questa dannata rete, hanno la sensazione che non
esista niente, che niente sia vero ma non si arrendono, continuano e non sanno
perché.
Continuano a viverci dentro senza arrendersi.
Per
capire chi è Apollo, bisogna andare indietro negli anni
a quando la guerra è
finita e gli uomini soldati tornano a casa.
Durante
la loro assenza era lui che si occupava del piacere delle donne,
così attraenti
e sole e non per loro volontà...
Tutti lo sapevano, ma nessuno ne parlava,
aprire bocca voleva dire perdere l’onore una volta per sempre.
Ovviamente
col ritorno alla vita di sempre la maggioranza delle donne non è più disposta a
rinunciare a certi piccoli svaghi: piaceri della terapia per donne sole.
Apollo
prende casa nella grande città al di là del vulcano e continua, fregandosene di
tutto, a praticare il suo talento di terapeuta nella sua casa affrescata con
immagini erotiche.
Divo
e amante favoloso scrivevano in molti.
Apollo
costruisce per Calliope e Clio un apposito circuito di frasi, gesti e immagini,
sicuro che i nodi della rete non possano mai porsi in relazione autonoma senza
il suo controllo.
Per
errore o per delirio di onnipotenza o per bulimia orgasmica Apollo sbaglia le
connessioni.
Così
le due muse curiose e abbastanza libere e disinvolte, si scontrano mentre di nascosto
tentano di spiare quell’uomo e amante (pare) favoloso.
Fingendo indifferenza si allontanano, ma poi iniziano a frequentarsi sempre di più. E come se si conoscessero da sempre, in fondo hanno condiviso lo stesso sogno senza saperlo.
Fingendo indifferenza si allontanano, ma poi iniziano a frequentarsi sempre di più. E come se si conoscessero da sempre, in fondo hanno condiviso lo stesso sogno senza saperlo.
Si
confessano desideri accesi riguardo quell'uomo, sogni inopportuni, umidità di
cui vergognarsi e poi quel continuo senso di voglia. Sanno che genere di
mestiere faceva durante la guerra e pensano che il rischio è di cadere innamorate
sebbene perfidamente usate e abbandonate.
Poco
a poco scoprono che non sono le uniche: c’era Tersicore, c’era Erato, Melpomene
e via via molte altre. Tutte camminavano dentro la dannata rete, ognuna pensava
di essere la sola e l’unica.
Chi
non si vorrebbe saziare spesso
E
non voglia richiamare a sé più d’altri?
Scompari
e ritorni
hai
desiderio di sedurmi
e
di macerarmi invano con brama che scioglie…
Ma
d’un tratto
a
una gran tempesta
segue il bel tempo
e
subito dal cuore un enorme peso
ci toglieremo.
(frammento
inedito di Saffo ritrovato ad Alessandria d’Egitto – o guizzo poetico dell’autrice)
Fu
così che Calliope e Clio, amiche da ora e da sempre,
non ancora sfuggite alla
rete spietata di Apollo,
decidono di riaprire la partita.
Quale delle due sarà capace di fargli
fare una follia?
La
posta in palio è alta, il gioco è pericoloso ma eccitante.
Era
estate, se lo ricordano ancora.
C’era un caldo soffocante...
Il
policentrico amante intuisce che qualcosa non va, che qualche circuito si sta
inceppando. Si muove circospetto consapevole di aver comprato almeno il
silenzio di Tersicore, Melpomene ed Erato.
Si
aggira intorno alle prede come un falco.
Si apposta al solito posto e allo
stesso angolo sperando di incontrare Clio che sfugge, che lo desidera ma si nega.
Calliope si dilegua, nel suo giardino lontano è facile scomparire. I crateri
flegrei hanno una vita sotterranea ospitale solo per chi li conosce.
Cerca
di colpirle con frasi e domande intriganti, di solito tutte lo amano e lo
desiderano dopo tali lusinghe.
C’è
un pensiero che gli si inchioda nella mente, una sorta di idea fissa
(anche
se sappiamo che un’idea non può essere fissa ma un qualcosa che si sviluppa di
continuo) che diventa sempre più pressante:
vorrebbe
possederle insieme, vorrebbe vederle che si toccano e si danno godimento a
vicenda. Ma non riesce a raggiungerle e non capisce.
Questi
pensieri gli erodono la mente tanto da fargli perdere la sua mitica freddezza.
Così
il nostro dio comincia a muoversi in maniera maldestra e palese.
E
non solo.
Pensava
di aver costruito una rete perfetta e invece inconsapevolmente ci è caduto lui
in un gioco magnifico e letale.
Senza
le muse della storia e della poesia epica non esisterebbe nulla,
ci
sarebbe un vuoto incolmabile. E lo sa bene.
Così
adesso è lui a spiarle, a seguirle; diventa insofferente, si contraddice e
tradisce agitazione.
Il
tempio di Mercurio di Baia è una grande cupola che si imposta sull’acqua.
I
rumori in questa magica stanza voltata si rifrangono e sembrano musica.
Calliope
e Clio sono sole, vicine
sdraiate
a guardare la luce che filtra dal grande occhio,
si
intravedono le nuvole.
Parlano
di Apollo, si raccontano desideri profondi.
Ma
le frasi sono sempre più lente, meditate
Fino
a quando il silenzio ha il sopravvento.
Si
sfiorano per caso.
Ma
in quell’istante un brivido attraversa i loro corpi
Si
toccano si eccitano
...
Delirovaginale
...
Non
volevano non ci avevano pensato ma è successo.
E
lui non c’era.
Pazzo di desiderio per le due muse girava senza meta.
Incontrava
donne che possedeva senza neanche tanta convinzione
provando
godimento insoddisfatto.
Ad
un tratto un lampo esplode nel cielo. Il cielo dalla volta forata diventa
rosso.
La
terra trema, il fragore di un boato assordante.
Tutto
si muove, tutto si incendia
L’aria
diventa irrespirabile.
Una
pioggia di pietre infuocate si scaraventa sulla città di Clio.
La
lava incandescente invade la città e la casa di Apollo.
Tutto
sprofonda tutto si scioglie.
Niente
dura, niente dura urla la musa della storia
Tutto
finisce.
Tutto
è finito.
No
non è finito per niente...
Clio
e Calliope presero l’aereo per la California
lasciando
per sempre Apollo,
il
Vesuvio
ed
ogni #DelirioVaginale.
(si
un frammento temporale le ha spostate di secolo e allora?)
Miss La Terza in Comodo
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